Il Museo Luigi Bailo

Il Museo Luigi Bailo

Dalla vocazione per il collezionismo dell’abate Bailo al patrimonio artistico orgoglio della città: la Casa dell’Arte del ‘900 apre le sue porte, mostrando tutta la meraviglia di un secolo di profondi cambiamenti e di nuovi linguaggi, per rivivere insieme un’altra storia fatta di intensi sguardi, di profondi sentimenti e di inquiete memorie.

La più antica tra le attuali sedi museali civiche di Treviso è anche il giusto omaggio a quella straordinaria passione per il collezionismo dell’abate Luigi Bailo, che ha dato origine al prezioso patrimonio artistico, culturale e museale della città.
Come il Museo di Santa Caterina, anche il Museo Bailo conserva luci e atmosfere dell’antico convento di origine medievale, rifondato nel XVI sec. dai Padri Gesuati di S. Girolamo e passato nel 1681 ai Carmelitani Scalzi. Atmosfere e tracce delle antiche architetture sopravvivono anche nei due sobri chiostri su cui si affaccia l'antico volume della Chiesa degli Scalzi, ricostruita dopo il 1866 per ospitare la Biblioteca Comunale.

Museo Trivigiano, la prima intitolazione di questi spazi, sottolinea il forte legame con la città e il suo territorio; il museo successivamente diventa anche luogo simbolo del coraggio e della determinazione del suo fondatore e primo direttore, l’abate Luigi Bailo, che nei suoi quasi 100 anni di vita (1835-1932) riesce a trasformare la sua convinta passione in un inestimabile tesoro per la città.
Ma la lunga storia del Museo è anche la testimonianza di una vittoria in un percorso tutt’altro che facile, tra lunghe assenze e miracolose rinascite.
Il dramma delle due Guerre lascerà gravi e profonde ferite strutturali ma sempre vivo il sogno di donare alla città la sua identità e il suo volto più bello. Il 1952 segna l’anno di una prima rinascita con la riapertura degli spazi su progetto e allestimento di Forlati, Muraro e Coletti e il 1959 anche l’ampliamento a sede della raccolta comunale d'arte moderna.
Nuovi problemi emergeranno nel corso degli anni a seguire, fino alla chiusura per inagibilità nel 2003 che avvierà il più importante progetto di ristrutturazione e riallestimento mai pensato per questi spazi. Un lungo e radicale intervento architettonico e strutturale su progetto di Studiomas architetti e di Heinz Tesar che, con un’applauditissima cerimonia cittadina, il 29 ottobre del 2015 ha riconsegnato alla città un altro gioiello del suo articolato e prezioso patrimonio civico.

Una facciata completamente ripensata nel suo elegante rigore, in dialogo con il tessuto urbano che la accoglie, ci invita ad entrare e a lasciarci coinvolgere, conducendoci a conoscere i suoi tanti racconti e importanti protagonisti.
Oggi, la splendida Galleria del Novecento, con circa 340 opere dal secondo Ottocento fino alla prima metà del Novecento, accoglie il visitatore con i capolavori del grande artista trevigiano Arturo Martini (Treviso1889 – Milano 1947), offrendo una straordinaria unicità della sua poetica.

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