Il complesso conventuale

Il complesso conventuale

Un affascinante connubio di epoche e stili

Provenendo dal centro della città, attraverso un grazioso avancorpo tardo rinascimentale voltato a crociera, si accede agli spazi interni di impianto trecentesco, articolati attorno a due suggestivi chiostri che evidenziano i successivi interventi cinquecenteschi.
Il chiostro “piccolo”, che conserva traccia di preesistenti decorazioni ad affresco, è caratterizzato da un porticato rinascimentale con colonne in pietra d’Istria e volte a crociera, sormontato su due lati da logge architravate.
Anche il chiostro “grande”, sviluppato su lati di quasi 40 metri, si presenta con eleganti linee architettoniche rinascimentali, arcate a tutto sesto e volte a crociera. Sopra il porticato terreno, su due lati contrapposti, si estendono i loggiati superiori architravati che reimpiegano le colonnine dell’originario portico trecentesco.

Con il restauro attuale è stata ricavata un'ampia sala ipogea intitolata al grande incisore e pittore trevigiano Giovanni Barbisan, destinata oggi ad esposizioni temporanee.
A sud del chiostro grande doveva svilupparsi, prima delle trasformazioni cinquecentesche, l’originaria sala del Capitolo: vi si riferisce la parete affrescata con “Cristo fra la Vergine Maria, santa Caterina e i santi Filippo Benizi e Pellegrino Laziosi, fondatori dell’ordine dei Serviti”. Si susseguono, lungo questo lato, alcuni ambienti quadrangolari con tracce di decorazione parietale affrescata a motivi di derivazione tessile semplificata.
Lo scalone, completato nel 1620, con i gradini in pietra d’Istria suggestivamente consunti dall’uso e la copertura a volta, conduce tuttora al primo piano, la cosiddetta "manica lunga", ristrutturato radicalmente dopo la metà del ‘500.
Lungo questo spazio omogeneo si affacciavano un tempo le celle dei frati, mentre oggi si sviluppa il percorso della galleria di arte medievale, rinascimentale e moderna.

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