Il complesso di Ca’ da Noal, Casa Robegan e Casa Karwath ci riporta al passato fieramente borghese e comunale di Treviso, che vive di quel fermento creativo che fa della nostra città un’autentica “Città d’Arte” sin dalla sua fondazione.
I pregevoli edifici di origine tardo medioevale dalla tipica facciata affrescata, ristrutturati all’inizio del nostro secolo, sono la storia del successo e delle capacità imprenditoriali dei suoi abitanti che oggi si propongono come un meraviglioso luogo espositivo.
Acquisiti dall'amministrazione comunale nel 1935, e ristrutturati agli inizi del 2000, i tre edifici adiacenti che si affacciano sull'attuale via Canova mutarono più volte il loro originario assetto medievale, fino al recupero "in stile gotico" grazie al restauro Melchiori – Botter del 1938.
Divennero quindi sede, in quell'anno, del Museo della Casa Trevigiana, qui trasferito dagli spazi di Borgo Cavour. L’allestimento dell'originaria Ca' da Noal ricreava, infatti, gli ambienti di un'antica abitazione con la cucina al pianterreno e salotti, sala da pranzo e sala da musica al primo piano, arredata con mobili, quadri e oggetti vari.
Durante i bombardamenti del 1944 fu semidistrutta e venne, in seguito, ricostruita grazie ad un nuovo intervento di Mario Botter. Gli Anni Settanta segnarono l’inizio di una felice stagione di rinascita: riorganizzati su progetto di Carlo Scarpa, questi spazi divennero sede espositiva per mostre di arte del Novecento, come quella dedicata a Gino Rossi nel 1974 ,per poi proseguire negli Anni Novanta con un ciclo espositivo sulle ceramiche, i tessuti antichi e le altre sezioni delle civiche raccolte.
La contigua porzione di Casa Robegan e l'intercomunicante salone al primo piano di Casa Karwath corrispondono ad edifici, anch'essi di origine medievale, che presentano l'uno un'importantissima facciata rinascimentale affrescata e l'altro un'elegante facciata neoclassica.
Nel 1995, il ragionato intervento di restauro dell'architetto Bellieni ha consentito il pieno recupero degli spazi interni, oggi destinati in prevalenza a mostre temporanee di arte contemporanea.
Il giardino interno, pensato in continuità ed estensione degli ambienti interni, nella bella stagione si anima di numerose iniziative artistiche, culturali e conviviali.