Artisti a Treviso fra '800 e '900

Artisti a Treviso fra '800 e '900

Ritratti, Vita dal vero, Luce, macchia e impressioni, Paesaggio dei Ciardi, Storicismo e realismo in scultura. Un’immersione nella visione di artisti molto diversi per età, formazione e linguaggio. Un avvincente dialogo tra le diverse anime di questo complesso secolo: protagonisti di matrice neoclassica e di gusto romantico, accanto alle nuove generazioni, di formazione accademica veneziana e autodidatte, che fanno propria la tendenza naturalistica nella scelta di soggetti popolari e di genere locale e la rinnovata sensibilità al paesaggio.
Sorprendente, poetico e particolarmente rappresentato è Luigi Serena, grazie a storici acquisti e al cospicuo lascito di Teresita Lorenzon. Ci svela la sua sorprendente ironia con un arguto Autoritratto giovanile e poi nella sala Vita dal vero, con un abilissimo salto indietro nel tempo, ci porta a rivivere odori e sapori della vita cittadina e dei suoi ceti più popolari, ricreando realistiche scene tra le più quotidiane, con straordinaria abilità nello studio della composizione e nell’uso della luce.

E ancora un Giovanni Apollonio molto confidenziale che nel delizioso Dopo pranzo alla Moncia (una trattoria fuori città) ritrae l’amica contessa Sofia Moresco Félissent, mentre la tavola è un vero brano di “natura morta” alla Manet.
Interprete attento della luce e sperimentatore delle nuove tecniche della macchia e del colore puro è anche Vittore Cargnel che rinnova nei suoi paesaggi la maniera ottocentesca con grande attenzione alla lezione impressionista, esempio ne è Veduta veneziana all’ora del tramonto.
Qui conosciamo anche l’appassionante storia di una famiglia di artisti a cui è intitolata un’intera sala: Guglielmo Ciardi con i figli Beppe e Emma, protagonisti del rinnovamento della pittura di paesaggio in chiave naturalistica di cui possiamo ammirare capolavori come Vele in laguna, La fienagione e Il Sile a Morgano.
Ma sperimentiamo anche la forza plastica della materia nello spazio che prende vita nelle sculture: gli scultori Luigi Borro e Antonio Carlini, la cui produzione rimanda all’ambiente in cui si forma la personalità di Arturo Martini, concludono questa prima sezione e ci introducono alla seconda, dedicata agli anni della sua formazione.

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